Dameno, Pesci e Travisani: sono tre gli arcieri pavesi in gara a Parigi. “Ci emoziona il pubblico”

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Per Daila Dameno è la quarta paralimpiade dopo una nel nuoto e due invernali, Travisani è argento a Tokyo 2020 e Pesci (classe ’87) è al debutto

Tre gli arcieri paralimpici pavesi o dei team pavesi in gara a Parigi: Daila Dameno di Gambolò, Giulia Pesci di Bressana Bottarone e Stefano Travisani, doppio tesseramento Arcieri Voghera e Gruppo Paralimpico della difesa. La squadra azzurra ha raggiunto la Francia nella notte di sabato.

«Sono alla mia quarta paralimpiade, dopo una nel nuoto e due invernali – spiega Dameno, classe 1968, che potrebbe conquistare la sua prima medaglia olimpica nel tiro con l’arco – tensione, adrenalina ed emozione ci sono sempre. L’esperienza mi porta però a vedere le gare in maniera differente, sono più consapevole di quello che posso fare».

Un mese fa l’atleta ha sfiorato il record del mondo. «Dieci punti in meno – sorride Daila – solo che quella era una gara come le altre, queste sono le olimpiadi, il massimo per un atleta. Vero che è stata la dimostrazione di quello che posso fare, ma sulla linea di tiro avrò una avversaria da battere ed entrano in gioco tante variabili, tra cui il pubblico. Tireremo nella Place des Invalides, dove hanno tirato Mauro Nespoli e gli altri ad inizio mese e ci sarà tanta gente, un altro fattore che avrà la sua importanza. Nessuno di noi è abituato a gareggiare davanti al pubblico».

Dameno è serena: «Non mi aspetto nulla perché già il fatto di essere a Parigi alla mia quarta paralimpiade è un risultato incredibile. Non va dimenticato che sono due anni che tiro. La mia medaglia l’ho vinta nel momento in cui ho conquistato la carta olimpica. Voglio divertirmi, tirare come so e se viene una medaglia bene altrimenti sono già contenta così. Sono tranquilla perché insieme ad Elio Imbres, il mio coach, tutto quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto, ora aspetto soltanto di scendere in gara».

Giulia Pesci, classe 1987, è all’esordio ai Giochi. «Lavoro per migliorarmi ogni giorno – spiega – l’aspetto tecnico nel compound è determinante, soprattutto la messa a punto dell’arco. Io, però, lavoro anche sull’aspetto psicologico nella competizione». Vietato fare pronostici. «Su Parigi non mi pronuncio, aspetto di esserci e di vivere questa incredibile esperienza».

Stefano Travisani, classe 1985, a Tokyo 2020 conquistò la medaglia d’argento nel mixed team. «Fu il momento più emozionante della mia carriera – ricorda l’arciere pavese – la medaglia d’argento l’ho dedicata alla famiglia, ai miei genitori e alla mia compagna. Anche se dico sempre che l’argento è una medaglia persa, è stata la mia prima Paralimpiade e va bene così. La cosa che più mi fa arrabbiare in questo sport è quando faccio 7. I Giochi? Amo sempre restare coi piedi per terra per non perdere la concentrazione. Ma già entrare in uno stadio pieno di persone, rispetto ai Giochi a porte chiuse di Tokyo, sarà un’emozione difficile da gestire fino all’ultima freccia».

Maurizio Scorbati

Tratto da “La Provincia Pavese” del 27 Agosto 2024
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