Domani alle 15 appuntamento sulla pagina Facebook della biblioteca di Bressana: «Decenni di missioni in medioriente»
Attualità, archeologia e fotografia si incontrano sabato alle 15 sulla pagina Facebook della “Biblioteca Gianni Rodari” di Bressana Bottarone, dove è in programma un appuntamento online con Massimiliano Gatti. Farmacista del paese, si è poi appassionato alla fotografia studiando alla scuola Bauer di Milano, diventando poi fotografo al seguito delle missioni archeologiche italiane e internazionali in Siria e in Iraq. Online racconterà al pubblico la sua esperienza e rifletterà sui motivi per cui, da sempre, le guerre siano state accompagnate dalla distruzione dei monumenti. «Quando nel 2015 l’Isis ha distrutto lo spettacolare sito di Palmira – dice Gatti – il mondo intero è rimasto incredulo, e si è indignato di fronte a una pratica così barbara. Eppure l’iconoclastia ha sempre accompagnato i conflitti fin da che il mondo lo ricordi (basta pensare al cristianesimo con i pagani) e anche nel Novecento bombardamenti e saccheggi non hanno risparmiato i simboli della cultura e della religione. Solo oggi, per la nostra società ormai matura, certi atti sono ingiustificabili, ma non è così in ogni parte del mondo». Ma perché distruggere un monumento? «Perché un monumento è un simbolo identitario di un popolo, è la sua storia – spiega Gatti – e distruggerlo è il modo più rapido per negarla, soprattutto se (come nel caso di Palmira, dove i templi univano elementi architettonici orientali e occidentali) racconta un passato che si vuole dimenticare». Gatti, che ha più volte fotografato anche gli scavi universitari di Qatna (in Siria) e di Dahuk (nel nord dell’Iraq), presenterà due lavori fotografici svolti proprio in questi luoghi: «Il primo si intitola “Nuvole” – racconta – e mostra le immagini delle esplosioni (le nuvole) di Palmira in contrapposizione con ciò che c’era prima. Il titolo richiama una commedia di Aristofane in cui il drammaturgo metteva in guardia da certe nuove idee filosofiche: bellissime come nuvole, ma molto pericolose. Illustrerò anche il progetto “In superficie”, con il quale ho ritratto diversi oggetti rinvenuti in Iraq: sda urne funerarie di 4mila anni fa a materiali bellici odierni, uniformati dalla terra su cui sono stati abbandonati». —
SERENA SIMULA
Tratto da “La Provincia Pavese” del 05 Febbraio 2021
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